I Tiepolo a Cinto

La famiglia Tiepolo, casato patrizio tra i più illustri di Venezia, fu per almeno tre secoli il punto di riferimento dell’economia agricola cintese.

Descrizione

L’interesse della famiglia alle rendite fondiarie delle terre cintesi ebbe inizio nel 1498 con l’acquisto all’incanto di un esteso terreno paludoso chiamato Bando Scudelle, che era stato requisito dal senato e venduto all’incanto.

Gli investimenti fondiari dei Tiepolo in ambito cintese partirono dal Bando delle Scudelle, nucleo originario di una proprietà agraria destinata a espandersi, senza interruzioni di sorta, attraverso tutto il XVII secolo, e pure durante buona parte di quello seguente. E saranno i Tiepolo di San Polo a trasmettersi di generazione in generazione i possessi fondiari di Cinto, e delle località viciniori, cercando di evitare i frazionamenti e le dispersioni attraverso un’accorta politica di contenimento[9]

Nel 1529 la famiglia incrementa le proprie risorse acquistando dall’ufficio delle “Rason vecchie” altri 280 campi di terreni comunali. Una parte di queste terre sono situate in una zona chiamata "la Persiana” dove nel corso del XVI secolo viene edificata una casa padronale (definito comunemente “il palazzo della persiana”), con due barchesse laterali, di cui una dotata di un vasto e lungo porticato e una chiesetta dell’Annunciazione.

Il palazzo costruito in località Persiana, oltre che essere la villa di campagna di questa famiglia patrizia, costituiva il centro e la sede giuridica di tutte le attività agricole che ruotano attorno ai loro possedimenti, comunque localizzati in ambito friulano. Grazie ai Tiepolo Cinto poté respirare un po’ d’aria veneziana e uscire dal chiuso, scontroso e rigido universo friulano, ma di riflesso ai Tiepolo, che a lungo vi soggiornarono, oltre alle rendite riuscì certamente a comunicare una piccola parte della sua innegabile anima friulana.[10]

Gian Almorò, l’ultimo Tiepolo proprietario del “palazzo della Persiana”, muore nel 1820 a Venezia senza lasciare eredi maschi. La sua salma, secondo le sue disposizioni, viene trasportata fino a Cinto e sepolta nella cappella di famiglia. Tale vicenda fa supporre che il nobile cittadino Tiepolo abbia saputo cogliere qualche ascetica attrattiva nello spirito agreste del paese.


foto 1: Palazzo dei Tiepolo in una foto degli anni 40


foto 2: Barchessa presso Palazzo dei Tiepolo in una foto degli anni 40

Ultimo aggiornamento: 29/02/2024, 13:25

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